La bellezza e il suo osservatore
Per confrontare e valutare in modo oggettivo e dettagliato i diamanti si usano le cosiddette 4C. Si tratta di un metodo valido, ma le nude cifre non sono in grado di descrivere la bellezza accattivante e misteriosa di un diamante.
Un consiglio: per poterne godere pienamente il fascino, visitate SL DIAMONDS e guardatene uno di persona.
Il peso in carati
Un carato equivale a 200 milligrammi di peso metrico. Nel caso di diamanti al di sotto del carato, si utilizza la suddivisione di questo in 100 punti, come a titolo di esempio, una moneta viene suddivisa in centesimi; ecco la scala: 0,75 ct. = 75 punti, 1/2 ct. = 50 punti.
Il colore del diamante
La scala di colore del diamante si estende dalla lettera D (incolore) alla lettera Z (giallo o marrone chiaro). Esattamente come la convinzione comune sostiene che il diamante di qualità sia incolore, le pietre effettivamente incolori sono molto rare; la maggior parte dei diamanti utilizzati comunemente nelle gioiellerie è infatti in realtà quasi incolore o con lievi sfumature gialle o marroni; i vari gradi di colore si determinano confrontando il singolo diamante con una selezione di pietre di paragone; ogni grado e lettera corrispondono a una determinata quantità di colore visibile. Discorso a parte merita la fluorescenza: alcuni diamanti, se esposti alle radiazioni ultraviolette, sono in grado, di emettere un bagliore luminoso; la fluorescenza non rientra però tra i fattori nel determinare il grado di colore o di purezza di una gemma.
Il taglio del diamante
La scala di taglio del diamante va da Excellent a Poor; il segreto della bellezza di un diamante polito si cela:
- nella complessa interazione tra la pietra e il modo in cui la luce ne incontra la superficie
- nella quantità di luce che entra nel diamante
- nel modo in cui la luce ritorna verso gli occhi dell’osservatore.
Il risultato? Tre fondamentali attributi ottici:
- la brillantezza: la combinazione di riflessi di luce bianca provenienti dall’interno del diamante e dalla sua superficie;
- il fuoco: termine che si riferisce alle “fiammate” di colore emesse dal diamante;
- lo scintillio: costituito dai lampi di luce visibili quando l’osservatore o la fonte di luce si muovono.
Un chiarimento: le proporzioni di un diamante polito influiscono nel rapporto con la luce e, di conseguenza, sul suo aspetto e sulla sua bellezza.
I diamanti più raffinati, per proporzioni, simmetria e politura, ottimizzano tale interazione e presentano maggiori qualità di brillantezza, scintillio e fuoco.
La purezza del diamante
La scala di purezza del diamante è costituita da undici gradi che coprono le gamme da Flawless a I3.
Una premessa: i diamanti si formano con temperature e pressioni straordinarie; diventa quindi estremamente raro trovare un diamante senza caratteristiche di impurità interne o di superficie. Rappresentano la diretta conseguenza del processo di formazione e costituiscono un’impronta identificativa e un prezioso aiuto nella separazione dei diamanti naturali da quelli sintetici e dalle imitazioni.